Con questa domanda cerchiamo di rispondere ad una delle fondamentali questioni della nostra specie: da dove veniamo. Anche se è ormai chiaro a tutto il genere umano,che ci è stata raccontata una storia romanzata sull’origine della vita, ampio spazio,ed è proprio il caso di dirlo,resta intorno alla teoria delle origini. C’è chi si affida alla religione,sostenendo che dovunque vada il pensiero umano,supportato dalle scienze, il dubbio cartesiano sempre lo accompagnerà, lasciando intatta la luce divina. Tra questi, oltre ai credenti dell’unico dio,vi sono quelli con l’apostrofo,quelli che credono nell’unico d’io. Tranne la semplicità della religione buddhista, troppo semplice ma anche troppo impegnativa per essere presa in considerazione dall’occidente, tutti questi credenti, ma anche i filosofi e gli intellettuali, si dedicano appassionatamente al tema delle origini. Tema peraltro rilanciato con forza nell’appena conclusa campagna elettorale dove, ” prima gli italiani!” e ” reddito di cittadinanza ” sono stati gli slogan più efficaci. Pare proprio quindi che le origini siano importanti. Le origini servono innanzitutto a definire chi siamo e da dove veniamo.
Mentre questo dibattito,ormai da secoli, incendia gli animi, pare che nessuno dei politici che possano davvero far qualcosa,sembri preoccuparsi della questione seguente: dove stiamo andando. Riversando milioni di tonnellate di plastica,metano,co2,negli oceani e nell’atmosfera,la questione delle origini diventa secondaria. Resta di attualità invece la ricerca della vita nello spazio. Ma non lo spazio tra una galassia e l’altra, lo spazio che resta tra una discarica,un isola di plastica galleggiante nell’oceano, una marea nera e gli insediamenti umani. In quello spazio esiguo che resta agli animali,la risposta è: sì,c’è vita nello spazio. Difficile dire ancora per quanto. E anche se l’uomo in quanto specie,sembra destinato a restare con la misera compagnia di mucche,pecore,cani e gatti, in mezzo al vuoto cosmico della sua incoscienza ambientale,anche in quello spazio,c’è vita. Una vita di lotta. Nello spazio di mezzo,tra politica e religione,scienza e filosofia,ci sono persone che quotidianamente si battono per salvare lo spazio non ancora occupato dall’uomo.
A quanti credono che lo spazio sia infinito,a tutti quelli che credono in una vita futura,oltre la morte,a tutti quelli che credono ad una vita passata,della quale non portiamo ricordo, ed infine a tutti quelli che credono che ci sia vita lassù, dico di guardare quaggiù. Guardate nello spazio che c’è tra le strade e le case e ricordatevi che dove vivete non siete soli. Quando lasciate i vostri rifiuti sulla spiaggia,sulla strada o in montagna,magari nascosti nel boschetto li dietro,ricordatevi che avete invaso lo spazio nel quale abita una volpe,una tartaruga,una formica. Quel poco cibo che c’è dentro quel sacchetto,prolungherà soltanto l’agonia alla quale state condannando quel bosco. Il vostro stupido gesto sarà il principio di una serie. Ricordatevi che lo spazio non è infinito e che in quello spazio ci abitate anche voi. Ricordatevi che quello spazio è necessario a questo. Quando porterete i vostri figli al mare,spiegate loro che la vita selvaggia ha bisogno di spazio. Dite loro che lo spazio che essa avrà nel futuro,dipenderà dallo spazio che avrà nei loro cuori.