In questi giorni tristi,per fortuna c’è il lavoro che mi distrae dai fatti di cronaca. Una cronaca ansimante come il respiro di un cavallo dopo una corsa, anzi, dopo una rincorsa. Una rincorsa a spararla sempre più grossa, più brutta e grottesca. Facile come sparare sulla croce rossa:la si vede bene, anche da lontano. Soffia il vento del nazionalismo alimentato dalle spinte elettorali. Padroni a casa nostra! Quale casa? Casa mia è il mondo ed io non voglio comandare ma viaggiare. Voglio visitare gli animi, guardare dritto negli occhi dei bambini. Le etnie e le nazioni sono soltanto una scusa per non fare il proprio dovere: aiutare chi soffre e lavorare sodo per trovare soluzioni. In questo mondo il lamento più forte arriva da chi sta meglio. E allora vado via, in mare. Gli ospiti vogliono vedere la spiaggia rosa che rosa non è più e sentire la sua storia. Vogliono vedere la roccia dell’orso e sentire il profumo del mirto in fiore. Basta con i rifiuti, basta con la politica, è ora di far vela!
Mentre isso la randa, sale lo stupore. La barca si inclina e aprendo il genoa si srotolano i sorrisi. Poche centinaia di metri ed il vecchio mondo scompare per lasciar spazio al desiderio. Il sogno avanza a vele spiegate, la speranza ricompare all’orizzonte. Basta poco per essere felici: un po’ di vento, il sole ed il mare della Sardegna. Evitando il traghetto e l’ennesimo turista sprovveduto, facciamo rotta verso Spargi dove l’acqua sembra dipinta. Cala d’alga, cala corsara, la duna, le tartarughe, spargiotto. Ed eccoci qui a parlare di dove sono stato e di dove sarò. Il vecchio e il mare: suona bene. Dopo trent’anni di navigazione ce l’ho fatta caro Ernest: sono finito nei tuoi libri. Eccole qua le nostre ” isole nella corrente”. Spargi, Budelli, Razzoli, Santa Maria, Santo Stefano…….Manca solo il vermentino…..
Già le tre e bisogna salpare. Col nord est si fa: cala d’alga,cala Marino,cala di Villamarina. Col nord ovest cala coticcio,Cala Garibaldi, cala portese. Sempre a vela, sempre col sorriso. Il lavoro mi impegna e mi distrae, mi da sicurezza e dignità. Dice agli altri chi sono e perché. Sono quello che faccio: un marinaio. Uno che ama il mare e che a mare ha imparato ad amare. Mi piace parlare e sognare: sogno di una terra che sia come il mare. Senza confini e di tutti. Una terra che abbracci l’uomo, proprio come fa il mare. È li che voglio andare. Quel posto esiste ve lo posso garantire. Lo vedo ogni giorno negli occhi di chi viene in barca con me. Azzurri,verdi,marroni che siano i loro occhi si tingono di profondo blu. Quando l’acqua del mare accarezza silenziosa la loro coscienza, essa si risveglia. Vorrei portarvi tutti e farvi cambiare idea sul mondo. Vorrei che vedeste ciò che vedo io: un mondo possibile.